Lo spatifillo, o Giglio della pace, è una pianta tropicale che fiorisce dalla primavera all’autunno ed è perfetta per uffici o appartamenti, visto che purifica l’aria. Ama la luce, ma non il sole diretto, e va innaffiata prima che il terreno diventi troppo asciutto: ecco qualche consiglio per curarla e ottenere una fioritura lunga e rigogliosa.
Il nome spatifillo, o Spathiphyllum, indica un genere di piante originarie dell’America centro meridionale e che appartengono alla famiglia delle Araceae. Esistono almeno 60 specie diverse di spatifillo, ma questo termine viene usato di solito per riferirsi allo Spathiphyllum wallisii, una pianta da interno molto diffusa in uffici e appartamenti, conosciuta anche come Giglio della pace.
In ogni caso, a prescindere dalla specie lo spatifillo è molto popolare anche perché purifica l’aria di casa e per le sue lunghe foglie verdi e brillanti, arricchite tra primavera e autunno da infiorescenze a forma di pannocchia avvolte da un’ampia foglia bianca, chiamata spata.
È piuttosto semplice coltivare e curare una pianta di spatifillo, ma di seguito ti darò qualche consiglio per tenerla al meglio sia in estate che in inverno e ottenere una fioritura abbondante.
Spatifillo
Lo Spathiphyllum, noto come spatifillo o Giglio della pace, è una pianta sempreverde con foglie lucenti, lunghe e appuntite. Tuttavia, la sua principale caratteristica è la mancanza del fusto, perché lo spatifillo cresce direttamente da un rizoma sotterraneo, ossia un fusto sotto terra che funge sia da radice sia da organo di moltiplicazione
Il tradizionale fiore bianco che si riconosce nello spatifillo è in realtà una brattea, ossia una foglia modificata nel colore che avvolge e protegge l’infiorescenza (spadice). Questa foglia bianca si chiama spata e assume questo colore quando raggiunge la maturazione; con il passare del tempo, tuttavia, si modifica fino ad assumere un colore verde pallido.
In natura si contano almeno 60 specie di Spathiphyllum, tutte parte della famiglia delle Araceae. Le più conosciute sono:
- Spathiphyllum wallisii: originaria dei Paesi del centro-sud America, come Colombia, Panama o Costa Rica, è senz’altro la specie più diffusa, conosciuta e apprezzata per la sua fioritura continua che dura da primavera all’autunno. Degna di nota è anche la varietà Spathiphyllum wallisii mauna loa, più grande e con foglie più lunghe e fiori più grandi: la spata, infatti, può raggiungere anche i 15 cm di lunghezza.
- Spathiphyllum floribundum: questa specie proveniente da Panama, Colombia, Ecuador o Venezuela vanta un’altezza che può raggiungere anche i due metri, mentre la spata che circonda le infiorescenze è di colore bianco-verde, con alcune sfumature giallognole.
- Spathiphyllum cochlearispathum: è una pianta sempreverde e perenne, con foglie dalla forma ellittica o molto lucide, oltre che larghe fino a 65 centimetri. Quando sboccia, i suoi fiori possono durare anche per un mese.
Terreno e concime
Per coltivare lo spatifillo devi procurarti del terriccio di torba mescolato a corteccia sminuzzata e sabbia grossolana, in modo che il terreno sia leggermente acido. Sul fondo del vaso sempre meglio aggiungere dell’argilla espansa e dei pezzi di coccio per favorire il drenaggio dell’acqua ed evitare cosi il rischio di ristagni idrici.
Per quanto riguarda il concime, scegline uno con un elevato contenuto di potassio (siglato con la lettera K), in cui non manchino i vari microelementi come il ferro, il manganese, il rame, lo zinco, il boro e il molibdeno.
Esposizione
Qual è la posizione ideale per lo spatifillo? Questa pianta tropicale ama la luce, quindi dovrai scegliere un luogo luminoso ma al riparo dal sole diretto, specialmente tra primavera ed estate. Per capire se è posizionata correttamente, controlla le foglie: se si arricciano o diventano pallide, significa che lo spatifillo sta ricevendo troppa luce, se invece noti addirittura delle bruciature vuol dire che la pianta è colpita direttamente dal sole e ha bisogno di più ombra. Ricordati poi di posizionarla distante dalle finestre, se le tieni aperte, dato che va tenuta lontana dalle correnti d’aria.
Il segreto per ottenere una buona fioritura è la temperatura che di notte deve essere intorno ai 18°C, mentre di giorno tra i 20 e i 25°C. In realtà, lo spatifillo tollera anche una temperatura superiore ai 30°C purché sia per un tempo relativamente breve; meglio non scendere mai sotto i 15°C perché questa pianta tropicale teme il freddo.
Come si innaffia lo spatifillo?
Essendo abituato ad un ambiente tropicale, con alti tassi di umidità, lo spatifillo va innaffiato quando il terriccio diventa asciutto in superficie: per capire il momento giusto, basterà infilare un dito fino a due centimetri di profondità, per sentire se la terra è ancora umida o è già secca.
In estate le innaffiature saranno ovviamente più frequenti, ma ricordati di dare meno acqua alla pianta in inverno, aspettando che il terreno si asciughi un po’ di più per evitare ristagni idrici che farebbero afflosciare la pianta.
Sono le regole base per regolarsi con le innaffiature dello spatifillo, con un’accortezza in più: questa pianta tropicale, vista la sua origine, gradisce particolarmente anche frequenti nebulizzazioni di acqua non calcarea.
Quando fiorisce?
I fiori dello spatifillo sbocciano per diversi mesi, dalla primavera fino all’autunno. Per avere una fioritura rigogliosa e che duri a lungo ti basta fare attenzione alle temperature in cui vive la tua pianta. Se la temperatura esterna dovesse scendere sotto i 15°C, metti la pianta all’interno per proteggerla perché non tollera il freddo.
Malattie e parassiti
Una scarsa innaffiatura porta alla comparsa di foglie flosce che appassiscono velocemente. Il rimedio in questo caso è immergere il vaso in una bacinella con acqua tiepida fino a quando la pianta non si riprende; successivamente basta lasciare che l’acqua in eccesso fuoriesca dal vaso e riprendere con innaffiature regolari.
Se noti delle foglie gialle o con macchie gialle e marroni, lo spatifillo potrebbe essere stato attaccato dal ragnetto rosso e, in questo caso, prima di utilizzare un insetticida specifico, puoi provare semplicemente a nebulizzare con dell’acqua non calcarea la chioma della pianta poiché, proprio la scarsa umidità, di norma agevola il processo della malattia.
Se invece lo spatifillo presenta fiori marroni o che tendono ad annerire, la colpa potrebbe essere di un’innaffiatura eccessiva o al contrario insufficiente, della poca umidità, della troppa luce oppure di un uso esagerato del fertilizzante.
Un altro problema che potrebbe essere causato dalla troppa acqua sono le foglie nere, che potrebbero indicare il marciume delle radici, che andrebbero eventualmente tagliate con forbici sterilizzate prima di procedere al rinvaso della pianta.
Al contrario, le punte secche delle foglie possono essere dovute ad una scarsa idratazione, magari causata non solo dalle innaffiature poco frequenti, ma anche da una temperatura troppo alta o dall’esposizione all’aria secca.