Felice Accetturo, nato nel 1957 e oggi in pensione da circa due anni, è persona sconosciuta alla cittadinanza canturina, ma ben noto tra gli ambienti del volontariato, dell’associazionismo e del mondo cattolico legato alle parrocchie canturine per i suoi molteplici e pluriennali impegni assunti in favore di persone in stato di bisogno, di povertà o di solitudine.
Sin dalla sua adolescenza, sotto la guida di don Silvio Biassoni, Felice ha frequentato l’Oratorio della Parrocchia di San Paolo a Cantù, iniziando ad occuparsi della raccolta carta, ferrovecchio e tessuti di scarto il cui ricavato veniva destinato al sostegno di progetti e attività condotti da missionari e volontari cittadini impegnati nei Paesi in via di Sviluppo.
I frequenti contatti con l’omologo gruppo di persone attive nell’oratorio della Parrocchia di San Michele e della Comunità del Pellegrino di Cantù, hanno all’epoca ricoperto un ruolo di riferimento per molti adolescenti e giovani delle comunità parrocchiali e cittadine impegnandosi come volontari nelle attività proposte.
Questa esperienza iniziale, ha maturato in Felice il desiderio di condurre un’esperienza in prima persona nei Paesi del Sud del mondo sino ad allora seguiti e sostenuti a distanza. Mettendo a disposizione le sue competenze di infermiere professionale, Felice ha condotto tre esperienze di volontariato di medio termine rispettivamente in Perù (anno 2000 e 2003) presso l’ospedale di Yanama gestito dalla Operazione Mato Grosso, e in Burundi (anno 2018) prestando la sua opera di infermiere volontario all’interno delle strutture sanitarie gestite dalla ONG VISPE di Locate Triulzi. Quest’ultima esperienza, oltre ad aver portato Felice a farsi promotore di diverse iniziative di raccolta fondi in favore di questi progetti di sviluppo, ha avviato un rapporto continuativo con la comunità religiosa delle Piccole Sorelle di Appiano Gentile dove sin dall’esperienza burundese, Felice presta il suo supporto volontariamente.
Anche il mondo del lavoro è stato per Felice un’occasione di impegno “sociale”. Il posto sicuro e ben retribuito ottenuto dopo le scuole d’obbligo non è stato impedimento per la realizzazione di una vera e propria vocazione: quella di lasciare quella situazione favorevole per frequentare la Scuola professionale per infermieri e intraprendere la carriera di infermiere professionale.
Lo svolgimento della sua professione, è stata anch’essa caratterizzata da una particolare sensibilità e dedizione per le fragilità e le sofferenze. Dopo pochi anni, a partire dal 1989, Felice si è dedicato alla gestione dei Servizi di Pronto Soccorso lavorando per il “118” provinciale e divenendo in seguito e per molti anni Istruttore e promotore di altri servizi di pronto intervento in diverse province italiane.
Chi lo ha conosciuto in questa sua veste professionale può testimoniare come, in particolare nella sua attività di Istruttore, la sua dedizione andasse costantemente al di là dei doveri lavorativi impegnandosi gratuitamente ben oltre gli orari di lavoro e i compiti istituzionali.
Il coronamento di questo suo impegno sociale, Felice lo ha dimostrato ancora di recente: all’insorgenza dell’emergenza COVID – 19, è stato tra i primissimi infermieri rientrati in servizio presso l’Ospedale Sant’Anna di Como per dedicarsi ancora al pronto intervento delle persone colpite lavorando nell’unità di Pronto Soccorso del presidio comasco.
Appena raggiunta l’età pensionabile, Felice si è reso disponibile per un altro significativo progetto rivolto al recupero di persone in difficoltà promosso e gestito da ATS Milano, Regione Lombardia, Comunità Nuova di don Gino Rigoldi e la Cooperativa sociale “lotta all’emarginazione” e coordinato dalla Prefettura di Milano. In questo progetto denominato “Progetto Parco Groane” finalizzato all’assistenza socio-sanitaria di tossicodipendenti, senza tetto, extracomunitari e persone in difficoltà, Felice svolge attività di volontariato in qualità di infermiere, occupandosi della prima assistenza sanitaria fornita mediante un mezzo fornito da Croce Rossa di Misinto adibito a unità sanitaria mobile.
Il progetto Parco Groane ha altresì consentito la messa in campo di una attività di screening delle malattie infettive diffuse tra le tossicodipendenze dell’area di intervento condotta dall’Ospedale San Gerardo di Monza alla quale Felice ha convintamente contribuito nella fase di contatto e di raccolta dati. Un lavoro reso possibile, in considerazione delle difficoltà di ottenimento di dati sensibili da parte delle persone tossicodipendenti, grazie al rapporto fiduciario maturato da Felice con i suoi atteggiamenti di disponibilità e solidarietà.
Tutte queste iniziative e disponibilità di Felice sono conosciute e riconosciute da chi frequenta luoghi e ambienti comuni. Ciò che al contrario è più difficile notare e stimare è quanto Felice svolge da anni in favore di individui in situazione di difficoltà e/o solitudine, in particolare presenti sul territorio canturino. Sempre pronto a correre a casa di un anziano, a svolgere piccole mansioni per chi sprovveduto di mezzi propri, ad accompagnare un malato in ospedale, a somministrare farmaci e iniezioni a domicilio per chi impossibilitato ad avvalersi di personale retribuito, a fare le medicazioni a chi impossibilitato a recarsi in ospedale, a dispensare consigli e suggerimenti a chi ha difficoltà a rivolgersi autonomamente alle strutture di sanità pubblica preposte, ad accompagnare, sanitariamente e psicologicamente, le ultime fasi un malato terminale.
Molti, individualmente, a Cantù sanno di poter contare su Felice. Molti sanno di avere un riferimento sempre disponibile. Pochi, sanno del valore di persone come Felice.